I prezzi dei prodotti zootecnici rilevati dalle Commissioni delle Camere di commercio e delle Borse merci, in apertura di giugno, si sono mostrati ancora in aumento per quanto riguarda il latte spot. In ripresa anche le materie grasse mentre per gli altri prodotti monitorati sono state osservate poche variazioni di prezzo.
Latte
In apertura di giugno accelera la crescita dei listini del latte spot di origine nazionale, con le quotazioni che toccano nuovi massimi storici su tutte le principali piazze. A Milano i listini avanzano del +2,3% rispetto alla scorsa settimana, attestandosi sui 550–565 €/t, per un prezzo medio di 557,50 €/t. Il listino si mantiene per la nona settimana consecutiva sopra la soglia dei 500 €/t, la quale era stata raggiunta solo un’altra volta negli ultimi dieci anni, e aggiorna per la quinta settimana consecutiva il nuovo massimo storico della piazza. Il tutto a conferma del fatto che il quadro di forti tensioni che da inizio anno sta interessando il comparto non accenna a migliorare. Dinamica simile a Verona dove le quotazioni, in aumento del +2,7% rispetto a sette giorni fa, fanno registrare il nuovo massimo storico per la piazza a quota 570 €/t. La crescita media annua dei listini del latte spot si attesta su un +58%.
Tornano a crescere a Milano i listini del latte spot di provenienza estera, sia il prodotto francese (+1% su base settimanale) che tedesco (+0,9%). Resta critica a livello continentale la situazione di deficit della raccolta di latte rispetto alla domanda. Infatti, i volumi produttivi continuano a registrare sensibili cali rispetto agli anni passati, soprattutto tra i principali Paesi produttori. Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel primo trimestre di quest’anno Germania, Francia e Olanda, che combinano per metà della raccolta di latte continentale, hanno perso a livello aggregato 100mila tonnellate di latte raccolto rispetto al primo trimestre del 2021, per un calo percentuale pari al -1,5%. La contrazione si dilata se confrontata con il primo trimestre del 2020 fino a raggiungere il -4,6%.
In aumento a Milano il latte di origine biologica (+0,9%) che si attesta questa settimana sui 575–590 €/t.
Materie grasse
Dopo i cali registrati nel mese di maggio tornano a crescere i listini nazionali delle materie grasse, in un contesto di mercato all’insegna dell’incertezza attorno alle prospettive produttive dei prossimi mesi. Dopo tre settimane di debolezza, il burro pastorizzato aumenta a Milano e raggiunge i 5,28 €/kg (+1,5% su base settimanale). Segno “più” anche a Mantova (+2%) con le quotazioni che si attestano questa settimana sui 5,15 €/kg.
Prosegue la ripresa dei prezzi del burro sui principali mercati europei. Il burro di centrifuga di Kempten, in Germania, avanza per la seconda settimana consecutiva (+1,4% rispetto a sette giorni fa) fino a raggiungere i 7,20 €/kg e torna ad avvicinarsi al massimo storico registrato ad inizio aprile a quota 7,30 €/kg. In aumento anche le quotazioni in Olanda (+1,3%) e in Francia (+3,4%).
In ripresa l’intero comparto nazionale delle materie grasse. Lo zangolato guadagna a Milano il +1,6%, raggiungendo i 5,08 €/kg. Torna a crescere (+1,8%) anche la crema di latte di origine nazionale, tra i prodotti che più ha risentito della fase di debolezza del mercato durante il mese di maggio, attestandosi a Milano sui 3,42 €/kg.
Grana Padano
Terza settimana di stabilità per i listini all’ingrosso del Grana Padano che restano invariati su tutte le principali piazze di scambio. La stazionarietà dei prezzi arriva dopo un periodo di forti rialzi. Il prezzo medio per le forme stagionate 9 mesi si conferma a 8,52 €/kg mentre il prezzo per le forme stagionate 20 mesi permane a 10,07 €/kg. La variazione media dei prezzi su base annua rimane a + 18,7%, trainata dalle forme meno stagionate che toccano picchi del +30%.
In linea con la tendenza degli altri anni, con l’inizio dell’estate si registra un calo della produzione: a maggio 2022 sono state prodotte il 2,5% di forme in meno rispetto ad aprile. La produzione è però in calo anche rispetto a maggio 2021, con un -3,4% che contribuisce a mantenere elevati i livelli dei listini.
Parmigiano Reggiano
Dopo settimane di stasi si osservano leggeri rialzi nei listini del Parmigiano Reggiano, anche se limitati alla piazza di Mantova, mentre per le altre piazze permane la situazione di stabilità. Il prezzo medio per le forme stagionate 12 mesi registra un lieve aumento, salendo a 10,67 €/kg mentre le forme stagionate 24 mesi arrivano a 12,63 €/kg. La variazione media su base settimanale per il prodotto è quindi solo dello 0,1%, mentre la variazione media su base annua si attesta su un +3,6%.
Anche per i principali formaggi monitorati dalla Commissione europea si osserva una fase di stabilità: il Cheddar, che la scorsa settimana aveva registrato un balzo del 14%, si conferma a 4,26 €/kg. Anche il Gouda rimane stabile a 4,60 €/kg, mentre l’Edam cala dell’1% scendendo a 4,78 €/kg e l’Emmental segna -1,2% arrivando a 5,51 €/kg.
Bovini vivi
In apertura di giugno prosegue la fase di stallo del mercato dei bovini da macello. I listini dei vitelloni da macello si mantengono statici per la sesta settimana consecutiva su tutte le principali piazze. Tra i principali capi, i vitelloni Charolaise continuano a mantenersi a Mantova sopra i 3,29 €/kg (peso vivo) mentre le razze da incroci nazionali a Modena si attestano sui 2,75 €/kg (peso vivo). Il mercato prosegue, quindi, nella fase di consolidamento dell’equilibrio raggiunto nelle ultime settimane, seppur in corrispondenza di livelli di prezzo che rappresentano valori elevati storicamente.
Non si arresta la tendenza ribassista dei vitelli a carne bianca, con cali su base settimanale che si attestano a Modena intorno al -0,8%. Stabili questa settimana le quotazioni a Mantova. In termini tendenziali, la variazione media annua dei listini scende questa settimana al +25%, contro il +30% di tre settimane fa.
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