Sulle multe pregresse per le quote latte occorre tenere conto delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Copagri contesta la rateizzazione del superprelievo per il superamento dei tetti produttivi sul latte assegnati agli allevatori dal regime delle quote che è rimasto in vigore fino al 2015 (vedi qui). Una possibilità prevista da un emendamento al Ddl di conversione del Dl 21/2022 approvato inSenato, il cosiddetto Dl Ucraina bis.
«Non possiamo accettare - afferma il presidente della Copagri, Franco Verrascina - che si riapra la partita del pagamento delle multe delle quote latte e riteniamo che un intervento legislativo che mira a riaprire i termini per la rateizzazione dei pagamenti sia anacronistico e inadeguato, in quanto rischia di causare la chiusura di migliaia di stalle».
Le sentenze della Corte di Giustizia Ue
«Auspichiamo che durante il proseguimento dell’iter del testo, il quale dovrà ora superare il vaglio di Palazzo Montecitorio per essere convertito in legge entro il 20 maggio, si intervenga - prosegue Verrascina - per tenere conto dei recenti pronunciamenti della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che appena qualche mese fa aveva dichiarato nulle tutte le annate oggetto di prelievi supplementari».
«Alla luce delle decisioni della Corte di Giustizia Ue, infatti, ultima delle quali quella del 13 gennaio 2022, e in ragione della necessità di impedire qualsivoglia attività di riscossione di somme determinate in maniera non corretta in virtù delle decisioni Ue, riteniamo necessario - ha ribadito il presidente di Copagri - sospendere iniziative di recupero, anche per compensazione, e laddove vengano rideterminati gli importi annullare al contempo qualsiasi richiesta di interessi o sanzioni, atteso l’intervenuto annullamento delle comunicazioni inviate».
La questione delle multe si trascina da oltre vent'anni
Verrascina ha ricordato che diverse migliaia di allevatori italiani si trovano da oltre vent’anni a doversi confrontare con questa questione, che ha ormai coinvolto almeno due diverse generazioni di imprenditori agricoli e che sono di fatto esclusii dai contributi comunitari.