Accelerano a giugno i prezzi del latte nel mercato italiano, a causa della minore disponibilità di prodotto, dovuta anche al calo della produzione fisiologico con la crescita delle temperature estive. Dopo il +5,7% messo a segno a maggio, l’indice dei prezzi all’ingrosso, elaborato da Unioncamere e Bmti (Borsa merci telematica italiana) sui listini delle Camere di Commercio, ha registrato per il latte spot un balzo del +19,4% rispetto al mese precedente.
I valori attuali rimangono però più bassi rispetto allo scorso anno (-7,7%), complice il confronto con i prezzi elevati registrati nell’estate del 2017. Ai rincari sul fronte della materia prima si è continuata a contrapporre la stabilità per i formaggi, i cui listini all’ingrosso sono rimasti invariati su base mensile. Resta di segno “meno”, invece, la variazione anno su anno per i formaggi stagionati (-1,9%).
Ma in luglio discorso diverso
Successivamente però sembra che la tendenza si sia invertita. Un'altra diversa fonte, la Libera associazione agricoltori cremonesi, segnala che nella settimana dal 16 al 22 luglio, sulla piazza di Lodi il prezzo del latte nazionale crudo è sceso a 380,00 euro/t, in diminuzione del -0,7% rispetto alla settimana precedente, così come un calo ha caratterizzato anche il latte pastorizzato tedesco (-1,3%) e quello francese (-1,4%), rispettivamente scambiati a 372,50 e 360,00 euro/t. Stabile il latte estero scremato (115,00 euro/t).
Anche sulla piazza di Verona, per la settimana dal 16 al 22 luglio, il prezzo del latte nazionale crudo ha registrato un decremento congiunturale del -0,7%, scendendo a 380,00 euro/t. In calo anche il latte estero di provenienza Germania-Austria (-1,4%), la cui quotazione è stata fissata a 365,00 euro/t, mentre quello magro pastorizzato è rimasto stabile a 115,00 euro/t.
Negative le variazioni tendenziali per entrambe le piazze e per tutti i prodotti considerati, continua la Libera.
Sulla piazza di Milano, segnala ancora la Libera, nella settimana dal 16 al 22 luglio, il prezzo del burro pastorizzato è diminuito del -3,2% rispetto alla settimana precedente, raggiungendo i 3,63 euro/kg, mentre la quotazione della crema di latte è risultata ancora stabile a 2,64 euro/kg. Negative le variazioni tendenziali, pari al -26,4% per il burro e al -10,2% per la crema di latte.
Le carni
Nel comparto delle carni, continuano Unioncamere e Bmti, giugno ha visto interrompersi il calo in atto da aprile per le carni suine, i cui prezzi all’ingrosso sono tornati a crescere (+4,9%), grazie alla riduzione delle macellazioni di suini e alla conseguente minor offerta di prodotto. Rimane negativo comunque il confronto rispetto a dodici mesi fa (-1,9%). Ulteriore ridimensionamento per le carni di coniglio, in un mercato che rimane dominato dalla contrazione dei consumi, tipica durante la stagione estiva. I prezzi all’ingrosso hanno accusato infatti un calo mensile del 7,4%, dopo il forte decremento già rilevato ad aprile e maggio. I prezzi attuali si mantengono però in linea rispetto allo scorso anno.
Scendono a giugno anche i listini delle carni di pollo (-3,3%), dicono ancora Unioncamere e Bmti, sulle quali ha pesato la minore domanda nella seconda parte del mese. Tuttavia, nonostante la congiuntura negativa, le carni di pollo mettono a segno un robusto incremento rispetto allo scorso anno, pari ad un +10,6%, il più alto tra le carni. Stabilità, dopo la flessione di aprile e maggio, per i prezzi delle uova, la cui tendenza rimane comunque inflattiva, con un +17,2% rispetto a giugno 2017.
Unioncamere con la società Bmti scpa pubblica mensilmente l’indice del prezzi all’ingrosso dell’agroalimentare aggregando i dati ufficiali rilevati dalle Camere di commercio nelle rispettive piazze attraverso i listini sui prezzi all’ingrosso all’agroalimentare. La nota di Unioncamere riporta il dato congiunturale e tendenziale mostrando la dinamica nazionale.