Non solo latte. Anche la zootecnia da carne attraversa una fase di crisi e in Lombardia si attivano risorse extra, rispetto al Psr, per la promozione dei prodotti derivati da suini e bovini. Per l’assessore all’agricoltura Gianni Fava “sarebbe ingiusto far finta di nulla, ignorare le difficoltà”. I fondi – come si apprende da fonti vicine a Regione Lombardia – dovrebbero ammontare a circa 2 milioni di euro ed essere messi a bilancio entro fine giugno: nei fatti, verrò esteso il marchio ‘salva stalle’ da Regione Lombardia per i prodotti di cui venga assicurata l’integrità di filiera ‘made in Italy’ (del ‘nato, allevato e macellato in Italia’ o ‘nato/prodotto, trasformato/lavorato in Italia).
In Lombardia operano oltre 20 mila imprese nel settore zootecnico, di cui quasi 5 mila impegnate in un comparto - come quello del latte -che contribuisce al 40% di tutta la produzione nazionale: ancora oggi dalle Alpi al Po si contano quasi un milione e mezzo di mucche, più di 4 milioni di maiali e 213 mila tra pecore e capre.
Negli ultimi 5 anni, almeno il 10% delle aziende che hanno rapporti di credito bancario hanno valutato o richiesto l’allungamento del periodo di ammortamento del finanziamento, per gestire meglio equilibri di bilancio messi sempre più a rischio dalla crisi dei prezzi alla stalla.
Negli ultimi cinque anni la ‘fattoria lombarda’ ha perso oltre 360 mila animali, ed è sempre più evidente la necessità di salvare dal rischio di estinzione anche le razze rare e autoctone, tra cui le bovine ‘Bianca di Val Padana’, ‘Rendena’, ‘Bruna linea carne’ e ‘Grigio Alpina’, che può arrivare a pesare fino 650 chili.
Jacopo Fontaneto