Il 26 aprile si è tenuta la riunione del Tavolo permanente di coordinamento del Fondo nazionale indigenti. Durante l’incontro, comunica il Mipaaf, è stata condivisa con i partecipanti, tra i quali rappresentanti del ministero del Lavoro, degli enti caritativi, dell’industria, della grande distribuzione e della ristorazione, la proposta del ministro Maurizio Martina e del vice ministro Andrea Olivero di sperimentare per la prima volta un modello di intervento che prevede l’acquisto a favore degli indigenti di latte crudo da trasformare in Uht “per ridurre gli sprechi potenziali del settore a seguito della fine delle quote latte”.
Una prima tranche di acquisti, continua il Mipaaf, verrà effettuata già nelle prossime giornate con una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro e con un quantitativo di circa 60 mila quintali. Questa prima decisione sarà ulteriormente rafforzata con uno stanziamento che raggiungerà complessivamente i 10 milioni di euro per un equivalente di 300 mila quintali di latte. L’operazione garantirà così agli enti caritativi la disponibilità del latte, che rappresenta uno dei prodotti più distribuiti nei programmi di assistenza alimentare.
Con le azioni stabilite il 26 aprile, ha dichiarato Martina, “viene confermata l’operatività del nostro Tavolo indigenti come vero e proprio laboratorio di costruzione di buone pratiche contro lo spreco alimentare e a favore degli indigenti. Abbiamo un modello unico in Europa e anche la decisione del 26 aprile lo dimostra. Il settore lattiero sta vivendo ore molte complicate e per questo è necessario un intervento mirato a impedire che il latte venga sprecato o buttato. Per questo voglio ringraziare gli enti caritativi e gli altri componenti del tavolo per la risposta positiva che hanno dato alla nostra proposta, che ci consentirà un’azione concreta e in tempi rapidi a favore di tante persone in difficoltà”.
“Il recupero degli sprechi alimentari – ha commentato Olivero – e la loro destinazione al sostegno agli indigenti è una nostra priorità. Davanti alle immagini del latte sversato nei liquami perché non aveva acquirenti non potevamo rimanere fermi. Abbiamo fatto una proposta innovativa che è stata accolta con favore e che può diventare una pratica da ripetere. Salvare il cibo e assistere chi ne ha bisogno è un nostro dovere prima di tutto etico. Il nostro impegno in questo senso sarà sempre massimo”.