Nel 2014 i prezzi agricoli in Italia, cioè i prezzi alla produzione, hanno fatto segnare una riduzione del 5,5% rispetto all’anno precedente, riduzione determinata da flessioni dell’8,5% nel comparto delle coltivazioni vegetali e del 2,3% nell’aggregato zootecnico. Lo si vede anche nella tabella 1. È quanto emerge dall’indice dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli elaborato dall’Ismea che, nell’anno appena trascorso, si è attestato mediamente a 113,6 (l’indice è calcolato in base 2010=100).
Fin qui l’agricoltura in generale. Nel settore zootecnico le rilevazioni dell’Ismea indicano, nella media del 2014, una dinamica leggermente positiva per l’insieme dei lattiero-caseari (+0,4%), ascrivibile a un recupero delle quotazioni del latte vaccino e a un buon andamento dei formaggi, tra fusi, molli e semiduri. Flettono al contrario i listini del burro (-11,2%) e dei formaggi grana. Solo il Pecorino romano aumenta di oltre il 30% rispetto al 2013, di riflesso a un forte calo dell’offerta registrata nel corso dell’anno.
Relativamente al bestiame vivo (-4,3% nella media del 2014), si riscontrano riduzioni generalizzate, con variazioni comprese tra il meno 6,6% degli avicoli e il meno 1,6% di ovi-caprini e suini. A motivare i ribassi, spiega Ismea, sono state soprattutto le pressioni competitive dall’estero e la stagnazione dei consumi interni di carni. Negativo anche il dato delle uova, che hanno ceduto in media il 5,8%.
L’ultimo aggiornamento dell’indice, relativo al mese di dicembre, mostra rispetto a novembre una diminuzione dei prezzi agricoli dell’1,8%, più marcata per le coltivazioni (-3,4%) rispetto all’aggregato zootecnico (-0,2%). Su base annua i prezzi agricoli mostrano in media un differenziale negativo del 4,6%: rispetto a dicembre 2013 cedono lo 0,6% le produzioni vegetali e il 9,1% quelle animali.
Ismeaservizi.it
Fin qui l’ultimo aggiornamento Ismea relativo all’andamento dei prezzi alla produzione. L’Istituto comunque offre agli agricoltori italiani un servizio molto preciso e aggiornato per fare il punto sui mercati agricoli, la piattaforma web www.ismeaservizi.it . E nell’ambito dell’area dedicata al lattiero caseario, è stato creato uno specifico Osservatorio per il latte alla stalla, focalizzato sulla fase a monte della filiera.
L’Osservatorio latte alla stalla, aveva detto la ricercatrice Ismea Mariella Ronga alla Fiera di Cremona, «nasce con l’obiettivo di garantire la trasparenza del mercato, assicurando a tutti gli operatori della filiera una corretta informazione e diffusione dei dati inerenti il prodotto “latte vaccino”. In particolare, Ismea raccoglie su base regionale il prezzo del latte crudo corrisposto ai produttori sul loro territorio per le consegne effettuate e provvede alla elaborazione di una quotazione media nazionale, attraverso adeguata ponderazione, ai fini della comunicazione alla Commissione europea prevista ai sensi dell’art. 2 del reg. Ce n. 479/2010. La raccolta dei prezzi dei prodotti agricoli, attraverso la propria rete di rilevazione, consente inoltre il monitoraggio dei costi per l’acquisto di alimenti zootecnici e di effettuare una valutazione di massima sull’andamento della marginalità aziendale».
Come si potrà vedere nel sito indicato, per la precisione al link http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3709, l’Osservatorio è composto da queste sezioni:
- consegne (dati mensili consegne ai caseifici, non rettificate);
- prezzi nazionali del latte crudo;
- costi dei fattori produttivi (prezzi dei principali componenti dell’alimentazione del bestiame);
- indicatore “Milk:Feed Ratio”;
- prezzi internazionali (Francia e Germania)
- import (import del latte in cisterna).
Insomma tutto estremamente utile per i lettori dell’Informatore Zootecnico che, consultando il presente dossier, si sono dimostrano interessati ad approfondire la questione della redditività della produzione di latte. E i grafici del presente articolo, tratti dallo stesso link internet e quindi aggiornati al 26 gennaio 2015, data in cui questo articolo viene impaginato, offriranno loro qualche primo dettaglio in merito.
Interessanti in particolare le informazioni offerte da Ismea agli allevatori tramite l’indicatore “Milk:Feed Ratio”, il rapporto tra il prezzo del latte alla stalla e il prezzo dei mangimi acquistati. Nel box firmato da Mariella Ronga, e nella figura 7, alcuni particolari su cosa permette di conoscere questo indicatore.
Latte/2. Così Ismea ci informa sui trend di mercato
L’allevatore che voglia ottenere informazioni aggiornate, e garantite dall’Istituto, su produzione, prezzi
e costi del latte può consultare su internet i dati dell’Osservatorio del latte alla stalla