Nella gestione di un allevamento bovino il comparto relativo al giovane bestiame, negli ultimi anni, è stato oggetto di maggiore attenzione, anche per il peggioramento della percentuale della quota di rimonta che si riscontra in genere nelle nostre aziende.
Il vitello quindi, e tutto ciò che è legato al suo allevamento, è oggi preso in maggior considerazione e proprio l’elevata mortalità registrata nelle aziende ci conferma quanto siano necessari interventi in questo settore per avere animali più sani perché un animale sano sarà meno sensibile alle patologie, avrà un maggiore incremento ponderale e un migliore sviluppo per poter diventare una futura buona lattifera.
DAL PARTO ALLE PRIME ORE DI VITA
Il buon management del vitello parte prima della sua nascita e per far questo è molto importante la gestione dell’asciutta, specialmente durante gli ultimi tre mesi di gravidanza quando il feto ha una rapida crescita. Un buon parto, che significa anche tanta pulizia ed attenzione, è determinante per la vitalità del neonato. La colostratura, immediata ed in quantità adeguate, e i primi giorni di vita del vitello sono basilari per evitare l’instaurarsi di patologie che possono portare alla morte. Per ultimo, ma anch’esso molto importante, è un corretto piano alimentare, molto spesso sottovalutato dall’allevatore, dove quantità e qualità delle sostanze nutritive devono essere soppesate con correttezza, senza trascurare il metodo di alimentazione che condizionerà ad esempio lo sviluppo dei prestomaci e della mammella.
ATTENZIONE ALLA ROUTINE DI ALLATTAMENTO
Uno degli aspetti fondamentali, anche se poco considerati, è la routine: significa che i vitelli devono essere alimentati agli stessi orari, possibilmente dallo stesso personale, che non deve avere fretta. La velocità di poppata non deve essere eccessiva (evitare di allargare in maniera esagerata il foro del biberon), e sempre con la testa estesa. Diamo per scontato che tutta l’attrezzatura, biberon ,ciucci, etc. sia pulita e disinfettata, che venga effettuata una buona colostratura e che il sistema operativo aziendale dalla nascita del vitello ai primi giorni di vita sia gestito bene. Il latte deve essere somministrato alla temperatura corporea di 38 gradi perché sbalzi di grado determinano difetti di coagulazione e quindi di digestione. Significa che tutti i vitelli devono avere lo stesso trattamento, indipendentemente che si trovino vicini o lontani dalla zona di preparazione del latte.
Se il vitello potesse essere libero, come in natura, berrebbe la quantità di latte che desidera con una media di circa dieci pasti durante l’intera giornata. Il sistema tradizionale di allevamento del vitello si basa sulla somministrazione di due pasti al giorno di una quantità abbastanza fissa di latte. Un altro metodo ,che sta prendendo piede nelle nostre aziende è quello che utilizza le allattatrici automatiche dette anche “lupa”.
COME FUNZIONA L’ALLATTATRICE
Vediamo come funzionano queste macchine, che hanno lo scopo di avvicinarsi a quello che sarebbe il comportamento naturale del vitello permettendogli cioè di scegliere quando alimentarsi. Grazie a questa particolare si ottiene un’alimentazione più omogenea, si diminuiscono i problemi digestivi e si alleggerisce il lavoro in azienda.
Per l’installazione di una allattatrice è necessario avere a disposizione un attacco alla rete dell’acqua e alla corrente elettrica. Le parti che costituiscono l’allattatrice e il suo funzionamento sono indicate nella figura 1 e 2.
La macchina miscela il latte ricostituito e rende disponibile al vitello le dosi programmate secondo un piano alimentare prestabilito. Esiste la possibilità di utilizzare latte intero con l’aggiunta di un apposito contenitore in acciaio ed inoltre queste macchine sono dotate di un sistema di pulizia e sanitizzazione automatico di tutte le parti che vengono a contatto con il latte. Un utile dispositivo in dotazione è il sistema di dosaggio de farmaci o di elettroliti nel circuito del latte; i trattamenti risultano così precisi e possono essere effettuati , a seconda della necessità, sul singolo soggetto o sull’intero gruppo.
Ogni vitello viene registrato con un numero, data di nascita, sesso e viene munito di collare identificativo o di targhetta apposita. Esistono vari modelli di allattatrice e generalmente una postazione gestisce dai 40 ai 50 vitelli.
Quando il vitello entra nella stazione per alimentarsi viene riconosciuto da una antenna ed automaticamente viene somministrata la quantità stabilita di latte e il succhiotto finita la poppata si retrae per essere disinfettato. Tutto viene registrato così che la macchina legge emostra quante volte ogni singolo vitello è entrato in postazione, quanto latte ha bevuto e con che velocità di poppata.
Se si verificano delle variazioni nell’assunzione dell’alimento la macchina manda unmessaggio di allarme.
SCEGLIERE BENE DOVE POSIZIONARLA
Questo sistema è efficiente se vengono rispettate tutte le indicazioni e i consigli, altrimenti rischia di peggiorare il management. È evidente che la macchina non compensa un ricovero angusto e costruito male, una cattiva ventilazione o la poca pulizia. La macchina in sé è costruita per essere efficiente, ma spesso gli errori vengono fatti al momento dell’ installazione o per scarsa professionalità e superficialità dell’installatore o per incapacità dell’allevatore nella gestione della zona di stabulazione. La scelta e le eventuali modifiche della zona, o del box, dedicati ai vitelli è un altro punto fondamentale e tenuto in poco conto. Il seguire alla lettera le indicazioni del costruttore è importante anche quando si parla di numero di vitelli per postazione ,l’errore più comune è quello di sovraffollare il box.
Ricordiamo che il succhiotto deve stare a circa 700-800 mm dal livello del pavimento.
È evidente come il fattore umano sia una forte discriminante, sia per quanto riguarda un sistema di alimentazione tradizione per singolo vitello che con l’utilizzo della lupa. Entrambi non saranno efficienti se mancherà l’osservazione attenta del singolo soggetto.
LA MACCHINA FORNISCE ALLARMI IMPORTANTI
Un vitello che non sta bene mangerà meno avrà le orecchie abbassate, non si alzerà volentieri. La macchina ci dà un allarme se il vitello non ha mangiato tutto il suo pasto ,ma è l’uomo poi che deve controllare e decidere il da farsi a seconda delle situazioni.
Buona norma è avere un termometro sempre a disposizione per controllare la temperatura, e la possibilità di separare eventualmente l’animale ammalato in una zona infermeria. Tutto questo non è complicato, è solo buona abitudine che eviterà di avere più lavoro poi,se si ammalano più vitelli nel gruppo.
Per semplificare la routine di lavoro, a questo proposito, potrebbe essere utile ad esempio segnare visibilmente i vitelli appena entrati nel gruppo per monitorare velocemente, durante il controllo visivo del personale addetto , questi soggetti che si devono abituare alla novità della postazione.
Questo per chiarire che l’allattatrice non è la panacea per risolvere i problemi di personale, può essere un valido strumento, ma essendo una macchina, avremo da lei la massima efficienza se sapremo usarle nel migliore dei modi, senza delegare totalmente a lei l’allevamento dei vitelli.
PIANO ALIMENTARE ADEGUATO
Una ulteriore considerazione, ad avviso di chi scrive basilare, è di stabilire con il proprio alimentarista o veterinario un piano alimentare adeguato e completo per i vitelli, compreso lo svezzamento. Sappiamo tutti che esiste un periodo critico della bovina “in transizione“, il pre e post parto, che incide sulla sua produzione e riproduzione; ma altrettanta attenzione dovremmo porre al momento dello svezzamento. La verifica se il nostro piano alimentare è appropriato è molto semplice, in quanto si basa sulla crescita ponderale del vitello che è un numero, quindi di facile calcolo. Diversi sono i piani nutrizionali, l’importante è che si raggiunga una crescita giornaliera adeguata per uno sviluppo fisiologico che permetterà al soggetto di manifestare al meglio le sue attitudini.
Sarebbe buona cosa, per un periodo, pesare i vitelli alla nascita e allo svezzamento. Molti sono i criteri che l’allevatore sceglie per decidere quando e come attuare lo svezzamento, a volte legati all’età, allo sviluppo, al consumo di concentrati, alle necessità, per mancanza di spazio, di liberare un box. Bisogna fare attenzione che non ci sia un calo di ingestione e di peso in questo periodo: la regola dice che i vitelli dovrebbero arrivare a consumare 750 gr di concentrato una settimana prima dello svezzamento.
Questo momento è molto stressante per il vitello, è un cambiamento fondamentale per la sua costituzione. Il momento del cambio alimentare poi coincide con l’inizio dello sviluppo del suo sistema immunitario, gli anticorpi ricevuti col colostro sono scomparsi e necessita quindi di maggior energia e proteine anche per questa funzione. Abbiamo infatti la maggior parte dei problemi sanitari intorno a questo periodo, a seconda di come è stato allevato si giocherà anche qui la sua resistenza alle malattie, le sue future performance. Quante volte ci è capitato di sentire “quel vitello ha avuto problemi respiratori… non farà più la vacca!”, questo lo sanno benissimo gli allevatori; quindi pensate quanto beneficio ci sarebbe nell’allevarli bene.
Una particolare attenzione a questi comparti porterà sicuramente un giovamento sia come sanità e crescita dell’animale e quindi un beneficio economico per l’azienda.