Sono destinati anche alle attività di promozione nazionale e internazionale di salumi, carni fresche e formaggi che si fregiano del bollino Ue i 25 milioni di euro messi a disposizione del “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”.
Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha appena firmato, dopo l'intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni lo scorso 12 luglio, lo schema di decreto che sblocca le risorse individuando, infatti, le modalità e i criteri di ripartizione alle filiere tutelate.
«La misura costituisce – ha spiegato Lollobrigida – un importante strumento per favorire la promozione dei nostri prodotti, traino per l’economia delle intere filiere agricole, sia nel mercato interno sia dal punto di vista delle esportazioni. Oggi, grazie anche al lavoro svolto nei nostri uffici e dalle Regioni, rafforziamo le nostre Indicazioni geografiche, conosciute in tutto il mondo come sinonimo di eccellenza, esaltiamo le potenzialità della nostra Nazione e incentiviamo il nostro export. L’obiettivo è sviluppare ancora di più gli scambi commerciali e ottenere risultati sempre più importanti».
Possono beneficiare dell’intervento i 168 Consorzi di tutela delle Dop-Igp del settore agroalimentare legalmente riconosciuti. Tra gli obiettivi indicati dal decreto, l’incremento della commercializzazione dei prodotti agroalimentari tutelati, una migliore comunicazione sulla loro origine, caratteristiche e qualità, lo sviluppo della sostenibilità dei processi produttivi e l’accrescimento della rappresentatività dei Consorzi.
«Un risultato che nasce – ha commentato il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi – dall’azione di Origin Italia che aveva richiesto misure speciali per sostenere il rilancio dei Consorzi di tutela e che successivamente ha sollecitato il ministro Lollobrigida, che ringraziamo, affinché venisse adottato in tempi celeri il menzionato decreto».
Al traguardo la nuova legge sul divieto di registrazione di marchi evocativi di Dop e Igp
Questo intervento arriva dopo il divieto di registrazione di marchi evocativi, usurpativi o imitativi di Dop e Igp anche per prodotti o servizi differenti dal prodotto tutelato stabilito dalla nuova legge (n. 102 del 24 luglio 2023), entrata in vigore il 23 agosto, che modifica il Codice della Proprietà Industriale (d.lgs. n. 30 del 10 febbraio 2005).
«Si tratta di una legge che sancisce un importante rafforzamento della tutela delle Indicazioni Geografiche – continua Baldrighi – il lavoro della nostra Associazione è stato determinante per l’introduzione di disposizioni in grado di intensificare la protezione dei regimi di qualità. Infatti abbiamo seguito fin dall’inizio l’iter legislativo e sostenuto a gran voce, dinanzi ai decisori politici, le esigenze invocate dai Consorzi di tutela».
Oltre al divieto di registrazione di marchi evocativi, usurpativi o imitativi di Indicazioni geografiche e di Denominazioni di origine protette, la nuova Legge prevede che per i marchi relativi a prodotti agricoli e agroalimentari di prima trasformazione, che contengono o sono costituiti da denominazione geografiche, l’Ufficio italiano brevetti e marchi (Uibm) trasmetta l’esemplare del marchio al ministero dell’Agricoltura (Masaf) che esprime il proprio parere vincolante. Inoltre il Consorzio di tutela o, in assenza di questo, il Masaf stesso, potrà proporre opposizione nonché azioni di nullità avanti all’Uibm.
Le filiere Dop e Igp della zootecnia
Secondo i dati del XX Rapporto Ismea-Qualivita, i prodotti a base di carne contano 43 denominazioni e 3.521 operatori per un valore, nel 2021, di 1,95 miliardi di euro alla produzione, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente a fronte di una lieve contrazione in quantità. Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma Dop, Mortadella Bologna Igp, Prosciutto di San Daniele Dop, Bresaola della Valtellina Igp, Speck Alto Adige Igp.
Le carni fresche Dop e Igp contano 6 denominazioni e 10.406 operatori che hanno generato nel 2021 un valore di 98 milioni di euro alla produzione in aumento del 6,9% e un incrmento anche dei volumi. Le denominazioni più importanti per fatturato generato, sono il Vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp, Agnello di Sardegna Igp, Agnello del Centro Italia Igp, Abbacchio romano Igp e Cinta senese Dop.
La categoria dei formaggi comprende, in base ai dati del 2021, 56 denominazioni e 24.659 operatori, per un valore alla produzione di 4,68 miliardi di euro, in progresso del 12,8%. Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Parmigiano Reggiano Dop, Grana Padano Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Gorgonzola Dop e Pecorino Romano Dop, tutte in crescita sul 2020.