Il presidente dell'Associazione nazionale dei biotecnologi, Davide Ederle, prende le distanze dalle teorie presentate nel servizio di Report su allevamenti, inquinamento e coronavirus trasmesso il 13 aprile 2020 su Rai 3. «Devono essere dimostrate da dati scientifici. Prima di presentare ipotesi, però, bisogna raccogliere i dati, che in questo caso non ci sono».
Si parte dall'assunto che l'agricoltura e la zootecnia siano fonti di inquinamento, per presentare, come ha sottolineato Ederle «un'ipotesi suggestiva». Tra gli inquinamenti di origine zootecnica c'è l'ammoniaca che produce Pm10 e il coronavirus, secondo Report, sarebbe trasportato attraverso le particelle di particolato Pm10 che aiuterebbero la diffusione. «Una tesi interessante, ma non comprovata - sottolinea il presidente dei biotecnologi italiani - da evidenze scientifiche. Ogni ipotesi va approfondita con indagini mirate».
I dati di Arpa e Veneto ridimensionano il ruolo della zootecnia nell'inquinamento
I dati di Arpa Veneto e Lombardia sull'inquinamento dicono qualcosa di diverso. Ad esempio che l'agricoltura e la zootecnica hanno un ruolo decisamente minore rispetto a quello di altri settori nella formazione di particolato atmosferico e che in particolare gli effluenti zootecnici distribuiti sui terreni e messi sotto accusa non hanno grandi responsabilità. «Si rischia di danneggiare senza motivi validi - aggiunge Ederle - l'immagine di un comparto ritenuto atttività essenziale durante il lockdown».