Il Sistema di qualità nazionale per il benessere animale (Sqnba) uniformerà le certificazioni in materia di benessere animale. Si tratta di un percorso arrivato all’ultimo miglio che entro fine anno richiederà un adeguamento da parte delle aziende che hanno già adottato uno dei diversi sistemi di certificazione volontaria disponibili.
Allo stesso tempo, gli allevatori che vorranno accedere al livello 2 dell’Ecoschema 1 della Pac, per documentare il benessere animale del proprio allevamento, dovranno avvalersi del nuovo sistema.
In questo contesto normativo, economico e tecnico in profondo cambiamento e che avrà ricadute dirette sulle scelte gestionali degli allevatori, Confagricoltura lo scorso 14 luglio 2025 ha organizzato un webinar proprio per illustrare a operatori e tecnici del settore i contenuti e gli impatti concreti del nuovo sistema.
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il ministero della Salute, Accredia (ente italiano di accreditamento) e il Csqa (Centro di certificazione e qualità agroalimentare).
Durante il webinar è stata confermata la proroga della scadenza inizialmente fissata all’11 agosto per la presentazione della certificazione ai fini del premio, posticipata poi al 25 agosto 2025 e infine fissata al 30 settembre.
E Giuseppe Blasi, capo dipartimento del Masaf, ha sottolineato: “È importante che gli allevatori sappiano che la domanda non è automatica. Va presentata all’organismo di certificazione, e il rispetto delle tempistiche è cruciale”.
Una strategia integrata
Il Sistema di qualità nazionale per il benessere animale è frutto di una collaborazione senza precedenti tra il ministero dell’Agricoltura e il ministero della Salute, come ha sottolineato Giovanni Filippini, direttore generale della Sanità animale: “È la prima volta che due ministeri condividono priorità assolute non solo collegate al Sistema di qualità nazionale per il benessere animale – benessere, sicurezza, corretto uso del farmaco – ma anche attraverso strumenti come Classyfarm e il piano strategico nazionale agricolo.”
Grazie a Classyfarm, piattaforma già attiva da due anni, è oggi possibile categorizzare il rischio aziendale, riducendo i controlli ufficiali e puntando su sistemi di autocontrollo trasparenti e tracciabili.
“Possiamo garantire un livello di garanzia che già c’è: nei nostri allevamenti l’uso del farmaco è stato ridotto di oltre il 40% e in alcune filiere, come quella avicola, addirittura oltre il 90%,” ha aggiunto Filippini.
Cosa cambia per l’allevatore
Il nuovo schema introduce una certificazione volontaria ma fortemente incentivata, come ha chiarito Giuseppe Blasi, capo dipartimento del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: “Non c’è niente di automatico: la domanda deve essere presentata all’organismo certificatore. Sono due percorsi distinti, e devono essere seguiti con attenzione.”
“Quest’anno si accede al livello 2 solo con certificazione. Il premio sarà più del doppio: si passa da 110 euro a 250 euro per unità di bestiame adulto (uba). È tutto legato alla possibilità di certificazione e verifica del pascolamento.”
Ci sono due condizioni chiave per ottenere l’anticipo del premio: 1. controllo del pascolamento effettuato entro il 30 settembre; 2. certificazione dell’allevamento da parte di un ente riconosciuto da Accredia.
“Chi riceverà il controllo entro il 30 settembre potrà percepire l’anticipo. Chi invece sarà controllato entro il 31 dicembre andrà a saldo entro il 30 giugno dell’anno successivo.”
Il ruolo di Accredia
Silvia Tramontin, vice direttore generale vicario di Accredia, ha illustrato il ruolo dell’ente nella costruzione di uno schema accreditato e trasparente: “Il piano di controllo unico valorizza l’operato degli enti: tutti devono attenersi ai requisiti minimi indicati. Le indicazioni su attività, tempi e modalità di valutazione, non conformità e azioni correttive sono già pubblicate.”
“Passiamo da un sistema di certificazione non accreditato a uno accreditato. Questo favorisce un’informazione più chiara al consumatore e sostiene la valorizzazione della filiera zootecnica.”
Il percorso di accreditamento
Uno degli elementi chiave del Sistema di qualità nazionale per il benessere animale è il passaggio da schemi privati di certificazione, spesso interni alle singole filiere, a un sistema pubblico accreditato.
“Abbiamo fatto un grande lavoro per costruire un sistema uniforme. Tutti gli organismi di certificazione dovranno attenersi ai requisiti del piano unico di controllo. Alcuni avranno il certificato di accreditamento a breve, altri potranno operare in riserva, ma con tempi stretti e condizioni definite,” ha detto Tramontin.
Gli schemi di benessere animale già presenti sul mercato resteranno utilizzabili in etichetta solo per 12 mesi dalla pubblicazione ufficiale dei disciplinari (ottobre 2024), dopodiché dovranno essere adeguati al nuovo standard, il Sistema di qualità nazionale per il benessere animale.
“È stato fondamentale rendere l’allevatore libero di certificarsi a prescindere dalle filiere di appartenenza, eliminando i vincoli imposti da schemi verticali,” ha ricordato Francesca Ceola, scheme manager Sqnba del Centro Csqa.
Classyfarm al centro del sistema
Classyfarm diventa il cuore operativo dello schema.
Ogni valutatore deve:
- Seguire una check list specifica, basata sul disciplinare;
- Inserire evidenze per ogni box (altrimenti il sistema si blocca);
- Attenersi ai criteri previsti dal piano di controllo ufficiale.
“A maggior ragione, dato il collegamento con la premialità, l’allevatore deve sempre sapere quali evidenze sono state considerate,” ha evidenziato Ceola.
Sono presenti due semafori: uno legato all’uso del farmaco (verde, giallo, rosso); uno relativo ai requisiti di accesso alla certificazione.
“Se su Classyfarm il semaforo è rosso, la domanda viene rigettata.”
L’allevatore potrà scaricare il proprio report e attivarsi per risolvere eventuali non conformità, affiancato dal proprio veterinario aziendale.
Una leva commerciale
Secondo Vincenzo Lenucci, responsabile area economica e centro studi di Confagricoltura, “Il successo del sistema non dipende solo dai 66 milioni previsti dagli ecoschemi, ma dalla valorizzazione del prodotto nella filiera.”
Avverte però: “Il problema è che alcuni acquirenti possano arrivare a richiedere prodotti certificati come condizione minima. Questo può diventare un comportamento sanzionabile se si traduce in un obbligo commerciale indiretto.”
Il Sistema di qualità nazionale per il benessere animale - Sqnba - è oggi lo standard pubblico di riferimento per il benessere animale in Italia. Come ha sottolineato Francesca Ceola: “È importante che l’allevatore si appoggi al proprio veterinario di fiducia e veda questo percorso non come una penalizzazione, ma come uno strumento per il miglioramento della propria attività imprenditoriale.”
L’auspicio è che lo schema venga vissuto non come un adempimento burocratico, ma come un’opportunità concreta per valorizzare la qualità produttiva, la reputazione e la già alta sostenibilità della zootecnia italiana.