Psa, le Regioni potranno sbloccare il fermo aziendale nelle zone di restrizione

La nuova ordinanza del Commissario Filippini consente alle Regioni di concedere deroghe sulla movimentazione dei capi nelle zone di restrizione II e III

Psa
La Commissione europea ha intanto riconosciuto l'eradicazione della Peste suina africana in Sardegna

Una boccata di ossigeno per gli allevamenti di suini ubicati nelle zone in restrizione e rimasti bloccati  a causa della Psa (Peste suina africana). Una nuova ordinanza firmata il 23 settembre 2024 (vedi ORDINANZA_PSA_N._4_2024) dal commissario straordinario per la Psa, Giovanni Filippini, consente di procedere alla movimentazione dei capi dopo la valutazione del rischio da parte del servizio sanitario. Le Regioni Le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, avranno, infatti, fino al 31 ottobre 2024 la possibilità di derogare ai divieti di movimentazione nelle zone di restrizione II e III.

Il provvedimento, tuttavia, ha messo anche in luce carenze nelle misure di biosicurezza : «La trasmissione dell’infezione da un allevamento all’altro è conseguente soprattutto a movimenti incontrollati di persone e mezzi – si legge  – la diffusione del virus tra gli allevamenti è massimamente favorita dalla mancanza o carenza dei requisiti di biosicurezza degli allevamenti sia strutturali che gestionali».

Gli stati membri dell'Unione europea hanno votato nei giorni scorsi all'unanimità la proposta della Commissione europea di riconoscere l'eradicazione della Peste suina africana in Sardegna. La regione può considerarsi libera dal virus, ma la Commissione ha votato anche a favore dell’uscita dalle zone di restrizione di alcuni territori della regione Calabria, Piemonte e Liguria.

Risolto il problema del sovraffollamento delle strutture

Soddisfatto il mondo agricolo: Confagricoltura ha fatto sapere di aver sollecitato le istituzioni a intervenire attirando l’attenzione  sugli allevamenti suinicoli nelle zone di restrizione costretti a fermarsi nella produzione e nelle movimentazioni. La misura permette di iniziare a risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture e procedere alla ripresa dell’attività commerciale.

Le Regioni dovranno procedere a concedere le deroghe per favorire la commercializzazione dei capi, garantendo comunque la sicurezza sanitaria. «Resta inteso – evidenzia Confagricoltura – che questa apertura non deve far abbassare la guardia. L’invito agli allevatori è quindi di continuare ad essere rigorosi nell’applicare le norme di biosicurezza e di farle rispettare a tutti coloro che entrano nei siti produttivi».

Occorre ancora lavorare, ha sottolineato Confagricoltura, per togliere la limitazione alla movimentazione tra Regioni con zone in restrizione comuni: i limiti e i confini amministrativi creano infatti solo difformità e impedimenti burocratici agli scambi commerciali.

Necessario garantire anche gli indennizzi per il fermo aziendale

Positivo anche il commento di Coldiretti Lombardia che ha indicato  oltre 300 allevamenti ubicati nelle zone di restrizione in Lombardia:  «un segnale atteso, sollecitato a più riprese da Coldiretti nel confronto continuo con le istituzioni a tutti i livelli. «La crisi scatenata dal propagarsi del virus della Peste Suina Africana – continua la Coldiretti –, che perdura ormai da circa mille giorni, sta portando molte aziende agricole sull’orlo del collasso.

Per questo è indispensabile garantire agli allevatori la certezza degli indennizzi per i danni subiti, magari anche attraverso dei fondi emergenziali, coprendo non solo le perdite dovute agli abbattimenti, ma anche i mancati guadagni legati al fermo aziendale forzato. Senza un adeguato sostegno economico – sottolinea Coldiretti – molte aziende rischiano di non sopravvivere, con gravi ripercussioni su tutta la filiera e sull'economia locale».

La Coldiretti ha sollecitato anche l’avvio di un piano di contenimento efficace per prevenire l’ulteriore diffusione della malattia nelle province non ancora colpite e il  monitoraggio dei prezzi dei suini per evitare speculazioni sui mercati, oltre che mettere in campo misure come la sospensione dei mutui e dei contributi per le aziende colpite.

In Sardegna possibile il rilancio dell'allevamento suino

«Dopo un embargo durato oltre un quarantennio, la Sardegna può seriamente pensare – ha detto il presidente di Copagri Sardegna Giuseppe Patteri – al rilancio del comparto suinicolo, che da anni era relegato a un ruolo marginale nelle scelte economiche aziendali, ma che invece può contare sulla grande qualità e varietà delle produzioni locali, le quali troverebbero senza alcuna difficoltà ampi sbocchi di mercato oltre il Tirreno».

«Ferma restando la primaria necessità di rafforzare la sorveglianza e i controlli sulle merci in ingresso affinché la Sardegna resti libera da PSA, riteniamo fondamentale – ha commentato il direttore della Copagri Sardegna, Mario Putzolu – incentivare l’aumento dei capi suinicoli allevati, attraverso politiche mirate di valorizzazione delle razze autoctone, andando al contempo a sostenere, con apposite misure strutturali del nuovo Csr, investimenti aziendali per l’ammodernamento degli allevamenti suinicoli».

 

Psa, le Regioni potranno sbloccare il fermo aziendale nelle zone di restrizione - Ultima modifica: 2024-09-25T20:21:33+02:00 da Francesca Baccino

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