Intervenuta prescrizione, ritardata notifica delle cartelle esattoriali o normativa nazionale in aperta violazione di quella comunitaria. Per queste motivazioni i debiti sulle quote latte sembra che, alla fine, non si debbano pagare.
In Piemonte, in provincia di Asti, e anche in Emilia Romagna, nel modenese, o in Friuli Venezia Giulia i tribunali si sono pronunciati di recente a favore degli allevatori per il mancato pagamento delle multe sulle quote latte. Anche l’ultimo pronunciamento della Corte di giustizia dell’Ue a favore di un gruppo di aziende agricole, pur non entrando nel merito della questione, ha dato ragione ai produttori di latte.
Un contenzioso di proporzioni gigantesche, soprattutto per i ricorsi presentati dagli allevatori dinnanzi al Tar (Tribunali amministrativi regionali), sta raggiungendo, negli anni, lo stesso obiettivo da una capo all'altro dell'Italia nelle regione più vocate per la zootecnia da latte: sospendere o annullare i superprelievi a carico degli allevatori per il latte consegnato in eccesso rispetto alla quota assegnata.
In Piemonte
Cominciamo dal Piemonte: un imprenditore agricolo è riuscito a ottenere di recente una sentenza, tra le prime in Italia, con la quale il Tribunale ad Asti ha riconosciuto la prescrizione dei debiti richiesti attraverso le cartelle esattoriali. «Al di là della lacunosa documentazione della convenuta Agea (…), dirimente è la considerazione che, trattandosi di cartella erariale, la prescrizione si compie in cinque anni».
In Emilia-Romagna
Stesso risultato è stato appena ottenuto in Emilia Romagna. A quattro produttori di latte del modenese erano arrivate le cartelle esattoriali, inviate dall’Agenzia delle Entrate per conto di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per le multe sulle quote latte. Gli allevatori avevano fatto ricorso al Tar e per due di loro i presunti debiti, di 735mila euro e di 12mila euro, sono già stati cancellati.
Ad altri due allevatori, che avevano contestato multe per 516mila euro e 71mila euro è arrivata una sospensiva del pagamento. Sembra che su una parte delle multe sia già intervenuta la prescrizione. Sulla quota più consistente il legale ha motivato la contestazione sostenendo l'esistenza di una violazione dei regolamenti comunitari da parte della stessa normativa nazionale.
Poiché l’Italia, inoltre, non è mai stata in grado di verificare l’effettivo superamento della quota nazionale, sostengono i legali, non è possibile valutare se effettivamente è dovuto un prelievo supplementare e, in caso positivo, calcolarlo a carico degli allevatori.
In Friuli
E' notizia di oggi, 17 gennaio, che oltre 3,3 milioni di euro di debiti siano stati cancellati per avvenuta prescrizione a 12 allevatori che si erano rivolti al Tar per contestare le multe non pagate sulle campagne latte antecedenti al 2010.
Un’altra vittoria nella vertenza sulle quote latte ha visto, sempre di recente, coinvolte due aziende agricole che hanno ottenuto grazie al Tar del Friuli Venezia Giulia l’annullamento di due intimazioni di pagamento per circa 1,2 milioni di euro a carico di un allevamento della provincia di Udine e di un altro della provincia di Pordenone per multe contratte tra il 2005 e il 2008. La motivazione è stato il ritardo della notifica delle cartelle esattoriali.
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue
Secondo la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia il 13 gennaio 2022 (clicca qui per approfondire) i criteri per la restituzione delle multe pagate in eccesso stabiliti dalla normativa nazionale del 2003 violavano le norme europee del tempo. Viene così data ragione a un gruppo di allevatori che aveva fatto ricorso contro l'applicazione dei criteri di calcolo nazionali nell'annata 2005-06.
La normativa nazionale individuava, infatti, nei produttori in regola con i versamenti delle multe una categoria prioritaria per la restituzione del prelievo riscosso in eccesso. Questi criteri aggiuntivi, ha chiarito la Corte, non erano in linea con le norme europee di allora. Soltanto con un regolamento Ue entrato in vigore dopo il 2006 è stata introdotta la possibilità per gli Stati membri di aggiungere criteri supplementari, previa consultazione della Commissione.
Su questa sentenza si è espresso anche il presidente della Copagri Lombardia, Roberto Cavaliere: «Chiediamo allo Stato Italiano afferma di assumersi tutte le responsabilità e al Governo di impegnarsi attivamente nell’immediato blocco di tutte le attività di riscossione, compresi gli atti di pignoramento illegittimamente notificati ai produttori da ottobre 2021 a oggi, e quindi mettere fine a una querelle giudiziaria che ha penalizzato duramente per anni moltissimi produttori del nostro Paese».
«La sentenza fa seguito - ha aggiunto Cavaliere - a due sentenze del medesimo tenore arrivate a giugno e settembre 2019. Si chiude il cerchio dell’annosa questione delle quote latte, dal momento che tutte le annate oggetto di prelievi supplementari sono state, di fatto, dichiarate nulle».