Nuovo record per i formaggi italiani nel 2023 con 600mila tonnellate di export lattiero-caseario e 5 miliardi di euro di fatturato. Significa un incremento del 5,7% in volumi e dell’11,6% in valore. Un risultato reso noto da Assolatte, l’associazione nazionale delle imprese della trasformazione del latte.
Nonostante un 2023 piuttosto complesso, segnato sempre da eventi bellici, instabilità geopolitica e da una flessione dei costi di produzione, l’Italia riesce sempre a dare il meglio di sé in questo settore strategico dell’agroalimentare, quello che grazie all’appeal dei formaggi nazionali da luogo al fenomeno dell’italian sounding nel mondo che oggi sembra essere arrivato, secondo stime di Coldiretti, ai 130 miliardi di euro.
Formaggi freschi danno la spinta
Sul piano merceologico, secondi i dati diffusi da Assolatte, l’export è stato trainato dai formaggi freschi (con aumenti, per burrate e mascarpone, a doppia cifra percentuale). Sempre in volumi, seguono Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+6,1%) con ottimi risultati anche nei formati grattugiati (+7,1%).
Bene anche gli altri stagionati duri (+7,8%) e in lieve aumento anche il Gorgonzola (+1,1%). La mozzarella, in tutte le sue tipologie, cresce del 4%, e da sola rappresenta un quarto dei volumi dell’export.
Il saldo attivo della bilancia import-export segna un +15%
Il saldo della bilancia commerciale, con un significativo aumento del 15% sul 2022, ha superato i 2,3 miliardi di euro. «L’export si conferma una componente sostanziale per la crescita del settore lattiero caseario italiano – ha commentato Paolo Zanetti, presidente di Assolatte – ed è una leva fondamentale per il mantenimento dei livelli produttivi per la crescita della filiera».
La piazza più importante per i formaggi italiani rimane l’Ue
Sul piano geografico, l’Unione europea ha offerto un approdo più sicuro per i nostri formaggi di quanto non sia stato per l’extra-Ue, dove si sono manifestate difficoltà in Canada, Giappone e Corea del Sud.
Anche il Regno Unito, sulla scia di Brexit e della recessione in atto nel Paese e gli Stati Uniti, con il doppio effetto di inflazione e svalutazione del dollaro, hanno mostrato segnali di frenata.
Meglio, come anticipato, il mercato Ue. Da segnalare vistosi aumenti dell’export caseario verso Germania (+8,9%), Spagna (+7,4%), Francia (+6,8%) e nell’Est Europa.
Per quanto riguarda l’extra-Ue, gli aumenti più rilevanti hanno riguardato Cina, Emirati Arabi ed Arabia Saudita.
L'avanzata della Cina nella domanda di formaggi italiani
Da segnalare il sorpasso della Cina sul Canada, che diventa quindi la nostra 5a destinazione extraeuropea dopo Regno Unito, Usa, Svizzera e Giappone.
«Il costante impegno e i considerevoli investimenti messi in campo dalle nostre industrie hanno portato ad una crescita costante delle vendite casearie all’estero – sottolinea Zanetti -. I formaggi italiani ora vantano ottimi posizionamenti su tutti i principali mercati mondiali, anche nei Paesi nostri competitor».
I formaggi italiani, infatti, sono al primo posto delle importazioni di Francia, Stati Uniti e Svizzera.