L’accordo Ue-Mercosur non convince il mondo agricolo

Non tutelati alcuni settori, come quello zootecnico. Irrinunciabile il principio della reciprocità negli standard produttivi nell'accordo Ue-Mercosur

Ue-Mercosur
L'accordo penalizzerebbe il settore bovino e avicolo in termini di concorrenza secondo le organizzazioni agricole. Positivo il commento di Assica, l'industria di trasformazione della carne

L'Italia ha aperto all'accordo Ue-Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) presentato dalla Commissione europea e il Governo ha fatto sapere che valuterà l'efficacia delle salvaguardie introdotte anche con le associazioni di categoria per decidere se dare  e il via libera finale. Più morbida anche la posizione della Francia, il Paese che più di tutti si era messo di traverso sull'intesa (con la Polonia, ancora contraria).

Sono state introdotte salvaguardie legali  per proteggere gli agricoltori europei, tra cui il monitoraggio delle importazioni (carne bovina, pollame, zucchero), i fondi di compensazione (circa 1 miliardo € annui) e la possibilità di sospendere i dazi in caso di disturbi sul mercato.

Bruxelles in questo modo ha cercato di sbloccare il dossier sul negoziato, dopo l'accordo faticosamente raggiunto a fine 2024, al termine di 25 anni di tira e molla. Anche se l'intesa  offre nuove opportunità in un momento complicato per l’export del made in Italy, anche alla luce dei nuovi dazi del Governo Usa di Donald Trump, non sarebbe in grado di tutelare  alcune produzioni nazionali soprattutto i bovini e gli avicoli dalla concorrenza della controparte.

L'accordo non convince le rappresentanze agricole italiane. Molto positivo, invece, il commento di Assica in rappresentanza delle industrie di trasformazione della carne.

Vantaggi e svantaggi

Per il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida ha i suoi lati positivi. «Abbiamo sempre detto  - ha precisato rispondendo a una domanda da Dakar - che l’accordo può rappresentare un’opportunità per settori come l’industria, il vino e i formaggi, ma che rischia di penalizzare altri comparti, dal riso alle carni rosse».

I vantaggi ci sarebbero secondo il ministro: «È passata la nostra proposta di un fondo che assicurasse i comparti rispetto a sbilanciamenti e penalizzazioni con più di 6 miliardi nel quadro finanziario pluriennale».

E aggiunge: «Fin dall’inizio abbiamo lavorato per convincere l’Unione a introdurre condizioni di reciprocità e clausole di salvaguardia. Quando e se sarà approvato, l’accordo prevede che se i prezzi crollano oltre il 10% anche solo in un Paese, viene sospeso. È un principio di buon senso: non si può sacrificare un intero comparto in nome di un presunto beneficio collettivo».

Necessario tutelare i prodotti che saranno messi in concorrenza

Confagricoltura lo definisce, infatti, «un accordo ancora penalizzante…in termini di concorrenza e sicurezza alimentare» e confida in «spazi di miglioramento, soprattutto per i comparti più esposti: carni bovine e pollame (oltre a riso, mais e zucchero) nel processo di ratifica, con la presentazione ai 27 Paesi membri e all'Europarlamento».

Secondo Cristiano Fini, presidente della Cia, ha fatto sapere che «sarà utile solo se le clausole di salvaguardia oggi annunciate saranno davvero rapide e trasparenti, per tutelare quei prodotti sensibili (carni, zucchero e cereali), che potrebbero essere messi a rischio dalla prevedibile concorrenza sleale data dall’importazione di prodotti a basso costo, non conformi agli standard di produzione europei su benessere animale, ambiente e sicurezza».

No all’impiego della riserva di crisi

Cia si dichiara contraria all’utilizzo della riserva di crisi (6,3 miliardi di euro) dal budget della Pac, già pesantemente decurtato per compensare gli impatti negativi causati dal Mercosur. Se l’attivazione di clausole di salvaguardia a tutela del mondo agricolo è un passo in avanti, Cia chiede che queste siano davvero celeri nel rispondere a eventuali crisi che si possano verificare.

Necessaria la reciprocità degli standard produttivi

Positivo, dunque, secondo Cia, l’annuncio di un monitoraggio semestrale sui prodotti sensibili, a patto che si possa poi agire tempestivamente in caso di gravi turbative di mercato.

Cia ricorda la questione principale del principio di reciprocità negli standard produttivi adottati dai produttori del Mercosur, che deve essere garantito con regolamentazioni ferree, in modo da non mettere a rischio la nostra produzione agricola e la nostra economia.

In linea il commento del presidente, Massimiliano Giansanti: «La necessità di un principio di reciprocità che richieda ai produttori del Mercosur di rispettare gli stessi parametri ambientali, sanitari e sociali previsti per gli agricoltori europei è un elemento imprescindibile».

Anche Secondo Drei l’accordo prevede ad esempio un'eccessiva apertura del mercato comunitario a mangimi, carni avicole, cereali, zucchero e riso, «senza alcuna garanzia che tali produzioni rispettino gli stessi standard di quelli europei».

Timori per la zootecnia, soprattutto i comparti bovino e avicolo

Le preoccupazioni maggiori si concentrano, come ha fatto sapere Drei, su alcuni comparti chiave, a partire da quello zootecnico. Nel settore bovino, i produttori del Mercosur possono contare su vantaggi competitivi schiaccianti, derivanti da un costo del lavoro inferiore e da sistemi di allevamento e alimentazione meno regolamentati e costosi. Questo si traduce in prodotti che possono arrivare sul mercato Ue con un prezzo fino al 50% più basso, creando una concorrenza insostenibile per gli allevatori europei.

Non meno critica, secondo Drei, è la situazione per il settore avicolo, un mercato già delicato e caratterizzato da una forte concorrenza interna e internazionale, che rischia di essere ulteriormente destabilizzato dall'introduzione di nuove e ingenti quote di importazione a basso costo.

Tutto ciò crea, prosegue Drei «un paradosso competitivo insostenibile se si considera che gli agricoltori e gli allevatori europei siano invece tenuti a rispettare le normative più rigorose al mondo in termini di sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e benessere animale».

Positivo il commento di Assica all'accordo Mercosur

«Si apre ufficialmente - ha affermato Lorenzo Beretta, presidente di Assica - una nuova fase storica nei rapporti tra l’Unione europea e un gruppo di Paesi del Sudamerica con i quali è per noi fondamentale consolidare la cooperazione, promuovere gli scambi e favorire la condivisione di regole comuni a beneficio delle nostre aziende e del nostro Paese.

«Auspichiamo che l’iter di approvazione - ha aggiunto il numero uno di Assica - si concluda al più presto affinché si possano concretizzare tutte le opportunità offerte dal nuovo accordo. In particolare, quelle che deriveranno dall’istituzione di contingenti a dazio agevolato per l’importazione di carni bovine nella Ue, dove la disponibilità di carni destinate all’industria si è andata notevolmente riducendo negli ultimi due anni, sia per l’implementazione di nuove normative specifiche per il bovino che per la diffusione in Europa di alcune malattie veterinarie. In questo contesto, è necessariamente aumentato il ricorso a fornitori extra UE, pertanto l’ampliamento dell’ammontare dei contingenti import è una prospettiva che vediamo con grande favore».

 

 

L’accordo Ue-Mercosur non convince il mondo agricolo - Ultima modifica: 2025-09-04T18:41:45+02:00 da Francesca Baccino

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