Progetto Bovine, a favore dell’allevamento da carne

Progetto Bovine
Kees de Roest
Vi lavorano 18 partner europei, tra cui Crpa e Unicarve. Media partner IZ. Intende stimolare le innovazioni nel settore. Orientamenti: salute e benessere degli animali, efficienza produttiva e qualità della carne, sostenibilità ambientale, resilienza socio-economica

Una rete tematica internazionale per stimolare e accelerare l’adozione di innovazioni, diffondere l’innovazione nel settore dei bovini da carne e stimolare lo scambio di conoscenze e di idee tra ricercatori, consulenti, agricoltori e altri soggetti interessati. È l’obiettivo del progetto BovINE (Innovation Network Europe) che, partito a gennaio 2020 con durata triennale e sostenuto da un finanziamento dell’Unione Europea di 2 milioni di euro, vede la partecipazione di 18 partner distribuiti in nove paesi europei: Irlanda (coordinatore), Italia, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Portogallo, Belgio ed Estonia.
Ciascun paese partecipa con l’abbinamento tra un ente di ricerca e un’organizzazione di produttori. Nel caso dell’Italia, si tratta della collaborazione tra il Crpa e Unicarve. L’Informatore Zootecnico è stato scelto come rivista italiana di riferimento per la diffusione dei risultati del progetto.

Unicarve è il secondo partner italiano di BovINE e, con le attività di Alessandro Mazzenga, avrà il ruolo di creare una rete nazionale di portatori di interesse incaricata di far conoscere a livello europeo le tecniche innovative applicate negli allevamenti italiani.
Maeve Henchion, del Teagasc - Agriculture and Food Development Authority irlandese e coordinatrice del progetto, spiega: “BovINE offre al settore europeo dell’allevamento bovino da carne un’opportunità unica di lavorare insieme per lo scambio di conoscenze e la co-creazione di soluzioni. Tutti gli allevatori europei di bovini, e non solo quelli degli Stati membri rappresentati dai partner del progetto, possono trarre vantaggio dalle opportunità di networking e dai canali forniti da BovINE”.

Quattro sfide

La conoscenza tra ricercatori, agricoltori e partecipanti sarà generata tramite il Knowledge Hub e verterà su quattro temi interconnessi: salute e benessere degli animali, efficienza produttiva e qualità della carne, sostenibilità ambientale e resilienza socio-economica.
Kees De Roest (nella foto), del Crpa, è il coordinatore per il progetto della tematica resilienza economica. Afferma: “Il Knowledge Hub è stato progettato per consentire a tutti i soggetti interessati, in particolare agli agricoltori che affrontano continuamente queste quattro sfide, sia di accedere alle innovazioni della ricerca e alle buone pratiche, sia di contribuire con le proprie conoscenze ed esperienze. I contenuti si costruiranno nel tempo”.
Ma vediamo in che cosa consistono esattamente i quattro temi. “Quando parliamo di salute e benessere animale – spiega De Roest – ci riferiamo ai problemi podali dei vitelloni. Nel primo anno questo è stato scelto come argomento da affrontare e trattare come priorità. I problemi podali gravi possono infatti portare allo scarto dell’animale, nonché a problemi di benessere animale perché i vitelloni si muovono e camminano con dolore”.

Progetto Bovine
“Quando invece diciamo efficienza produttiva e qualità della carne intendiamo sviluppare strumenti legati alla zootecnia di precisione e soluzioni genetiche per migliorare la fertilità, la performance e la qualità delle carni. In una parola produrre più carne con minori risorse. Ne va di una migliore resa in allevamento, di un miglior incremento giornaliero e così via”.
Il terzo tema, quello della sostenibilità ambientale, è rivolto “alla riduzione dell’impronta di carbonio da parte delle bovine da carne e al miglioramento della qualità delle acque così come all’uso dell’acqua negli allevamenti suddetti”, prosegue l’esperto. “Come sappiamo bene, in zootecnia i bovini da carne sono quelli più impattanti dal punto di vista dell’immissione di gas serra, tra emissioni di metano, protossido di azoto e CO2.

Dalla nascita alla macellazione, il bovino da carne emette da 5 a 6 volte di più gas serra rispetto ad un pollo da carne. Possiamo comprendere in questo modo la portata del problema”.
Quello coordinato da De Roest, il tema della resilienza socio-economica, riguarda “la pianificazione economica di lungo periodo per le aziende e le strategie per gestire la volatilità dei prezzi e la liquidità. Alcune aziende hanno cercato di risolverlo con contratti di soccida, altre hanno adottato sistemi di analisi dei costi di produzione e altri sistemi economici di gestione dell’allevamento. Sono solo alcune soluzioni e le stiamo raccogliendo in Europa per capire quali siano le migliori e quelle più efficienti”.

La filosofia del progetto è di imparare l’uno dall’altro. Infatti, aggiunge De Roest, “un allevatore italiano spesso non sa come sta lavorando ad esempio un suo collega tedesco o francese. Parliamo in questo caso di innovazioni già applicate o in procinto di essere applicate, sia basate sulla ricerca scientifica (science-oriented), sia generate da allevatori nei propri allevamenti (practice-based). Ogni anno ciascun paese raccoglierà queste innovazioni e buone pratiche attraverso riunioni di allevatori, consulenti, veterinari e allevatori a livello nazionale e internazionale. Il materiale verrà messo a disposizione di tutti gli allevatori attraverso pubblicazioni, newsletter e social media”.


Su Internet

Il sito web BovINE e il Knowledge Hub sono accessibili all’indirizzo www.bovine-eu.net. Per tenersi aggiornati sulle novità BovINE sarà disponibile una regolare e-newsletter, che verrà inviata a coloro che chiederanno l’iscrizione all’indirizzo bovine@minervacomms.net o sul sito web.

Progetto Bovine, a favore dell’allevamento da carne - Ultima modifica: 2020-09-25T15:43:57+02:00 da Lucia Berti

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