Trince. Mercato, battuta d’arresto

Nel 2014 il numero di trinciacaricatrici immatricolate è calato del 30%

 

Non è partito nel migliore dei modi il mercato delle trincacaricatrici per il 2015. Che, stando alle premesse, sembra voler confermare il dato, negativo, dello scorso anno: quando, dopo un triennio stabilmente sopra quota 100, il numero di macchine immatricolate è precipitato sotto le 90 unità, con un ribasso di quasi il 30% rispetto alle circa 120 del 2013.
Pur essendo presto per fare ipotesi, l’impressione delle case costruttrici è, per questo avvio di campagna, improntata a un certo pessimismo. Che deriva, ovviamente, dalla comparazione dei dati di vendita con quelli dello stesso periodo del 2014.
La frenata del biogas
Molteplici le ragioni di quella che si preannuncia essere la seconda battuta d’arresto consecutiva; peraltro prevista, bene o male, da tutti gli osservatori. Per prima cosa, negli ultimi anni il mercato di queste macchine è stato “drogato” dal boom del biogas. I generosi incentivi distribuiti per aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili hanno infatti moltiplicato gli impianti che sfruttano colture dedicate, dal mais ai foraggi di vario genere. Tutti prodotti raccolti appunto con la trinciacaricatrice.
Ne è derivato un boom di richieste di trinciatura che ha portato i contoterzisti ad attrezzarsi: chi entrando in un settore fino ad allora non sfruttato, chi raddoppiando o addirittura triplicando il numero di macchine. Di conseguenza, il numero di trinciacaricatrici immatricolato è cresciuto esponenzialmente, passando da una media storica di 30-50 unità alle 121 del 2013. Corrispondentemente, negli stessi anni si è contratta la domanda di mietitrebbie, che delle trinciacaricatrici sono, in un certo senso, dirette concorrenti.
L’exploit del biogas, però, si sta sgonfiando, per il venir meno dei contributi pubblici. O, meglio, per il riposizionamento dei medesimi: oggi indirizzati soprattutto a chi realizza piccoli impianti con ampio impiego di sottoprodotti. Questo, unito al fatto che chi doveva comperare la trincia, bene o male, l’ha fatto in anni recenti, ha ricondotto la domanda di macchine su livelli più fisiologici.
Il ritorno della mietitrebbia
Non è una causa quanto, piuttosto, una conseguenza, ma non c’è dubbio che il mercato delle mietitrebbie e quello delle trince siano inversamente proporzionali. E dunque, se dal 2009 al 2012 il primo è declinato, in parallelo all’ascesa del secondo, il fatto che in questo 2015 sia partito piuttosto bene lascia intravedere fosche previsioni per il segmento della trinciatura.
Che le mietitrebbie si stiano vendendo è confermato dai maggiori produttori, come Claas e New Holland: entrambi dichiarano, per esempio, che rispetto allo scorso anno vi è maggior attenzione, da parte dei contoterzisti, per questo tipo di macchine da raccolta, mentre le trattative sulle trinciacaricatrici procedono a rilento. Tuttavia è anche possibile, come sostengono alcuni, che il mercato di queste ultime risulti dilazionato rispetto alla media degli scorsi anni, quando il grosso delle vendite si faceva tra febbraio e fine aprile.
I pronostici dei costruttori
È, per esempio, l’opinione dell’ultimo marchio arrivato nel settore. «Il 2015 non è iniziato benissimo – spiega Michele Masotti, responsabile di prodotto per Fendt – ma anche nello scorso anno, per quanto ci riguarda, il grosso dei contratti è stato fatto da maggio a luglio: decisamente in ritardo rispetto al solito. Colpa, tra l’altro, di politiche agricole non propriamente chiare e del fatto che diversi contoterzisti risultano parecchio esposti con gli investimenti, per cui si prendono tempo per riflettere prima di completare l’acquisto».
Riflessioni che, a sentire Fendt, in molti casi hanno dato esito positivo: la casa tedesca dichiara, per il 2014, 11 Katana fatturate, ben oltre gli obiettivi per il primo anno di commercializzazione. «Un esito sorprendente, anche per il fatto che ancora non avevamo a disposizione la 850, ancora in preserie. Quest’anno, con la gamma completa, puntiamo a replicare i numeri del 2014».
Come Fendt, anche John Deere può contare sull’effetto-novità, dal momento che l’autunno scorso ha ufficialmente presentato la nuova serie 8000, che va a sostituire una ormai datata 7080. «Il 2014 non è stato un anno particolarmente positivo, anche a causa della forte aspettativa che si era creata attorno al nuovo modello, fortemente atteso da tutti i nostri clienti e che ha quindi spinto molti a procrastinare l’acquisto. Ciò nonostante, e nonostante una concorrenza alquanto aggressiva, siamo riusciti a piazzare un numero soddisfacente di macchine», ci dicono dalla sede italiana.
Previsioni per il 2015 è difficile farne, proprio per la presenza di un modello completamente nuovo. «Ci diamo obiettivi importanti: il settore per noi è fondamentale e non vogliamo restare indietro, soprattutto avendo una macchina che ci permette di tornare prepotentemente sulla piazza. Il mercato, quest’anno, è partito lentamente, per una questione di Psr e incentivi; pensiamo quindi che sarà una campagna ritardata rispetto al normale. E, parlando in linea generale, ancora in calo di vendite».
John Deere non ha ancora la gamma 8000 completa: finora, infatti, sono a listino i modelli da 8200 a 8600 (da 430 a 625 cv) ma non ancora la 800 cavalli, una categoria di potenza interessante per il mercato italiano. Arriverà, secondo i rumors, per la campagna 2016. Chi volesse una macchina di alta potenza con i colori John Deere può orientarsi sulla 7980, ancora pienamente in produzione, ma è ovvio che ci sarà anche chi preferisce aspettare il nuovo modello. «Il nostro obiettivo per il 2015 è spingere molto sulle 8000 già disponibili e collocare anche qualche 7980», concludono da Vignate.
Anche Paolo Andreone, responsabile marketing di New Holland, prevede un mercato ancora difficile, con un trend discendente che confermerà quello del 2014. Lo stesso vale per Claas: marchio che, con le sue Jaguar, domina ampiamente il mercato, con un buon 60% sul totale venduto.
«Lo scorso anno, l’immatricolato è sceso da 115 a 87 unità. Di queste, 54 erano Claas ed è importante notare che, pur nella discesa, manteniamo la nostra quota di mercato, decisamente dominante», fa notare il marketing manager italiano Paolo Oppezzo.
Anche Claas, come abbiamo anticipato, segnala un incremento delle mietitrebbie che penalizzerà, giocoforza, le vendite di trinciacaricatrici. «Pensiamo che vi sarà un ulteriore rallentamento, anche se è presto per dirlo, visto che marzo è ancora un mese buono per le vendite». La previsione, sembra di capire, è comunque di superare le 50 immatricolazioni, su un complessivo di circa 80.
Va in controtendenza, rispetto alla sensazione generale, Krone Italia, che per bocca di Stefano Castellani, amministratore delegato della filiale, segnala la buona partenza della campagna 2015, dovuta anche alla presenza di due nuovi modelli: le Big X 480 e 580, destinate al mercato delle piccole e medie potenze. «In linea generale, però, avremo sicuramente un ridimensionamento del settore, in linea con quanto accaduto nel 2014, quando vendemmo tre macchine in meno della stagione precedente. In ogni caso, ci attesteremo al secondo posto, che per quanto ci riguarda è chiaramente una collocazione soddisfacente. Penso che l’interesse dei clienti si concentrerà soprattutto sui nuovi modelli, visto che fino a ora eravamo totalmente assenti dal settore delle macchine sotto i 600 cv, richieste in aree come il Centro e Sud Italia».

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Trince. Mercato, battuta d’arresto - Ultima modifica: 2015-03-02T15:42:52+01:00 da Lucia Berti

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